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Cassazione, sentenza 12 gennaio 2010, n. 259, sez. I civile

I) Società – Di capitali – Società per azioni – Organi sociali – Assemblea dei soci – Convocazione - Formalità - Convocazione su delibera di c.d.a. irregolarmente convocato - Inesistenza od invalidità derivata della deliberazione assembleare - Esclusione - Fondamento.

La deliberazione dell'assemblea di una società di capitali, convocata su deliberazione del consiglio di amministrazione assunta all'esito di una riunione cui un suo componente non sia stato convocato, non è inesistente, nulla od annullabile, trattandosi di mera irregolarità, perché il vizio della deliberazione consiliare di convocazione dell'assemblea non può riflettersi, come causa d'inesistenza o d'invalidità, sulle deliberazioni dell'assemblea dei soci, quando essa sia stata convocata dagli amministratori, a norma dell'art. 2366 cod. civ., con atto per certo riferibile alla volontà dell'organo amministrativo collegiale, così che esista una convocazione dell'assemblea nel suo essenziale schema giuridico (atto ricettizio, con il quale il socio viene avvisato della data e del luogo della riunione), dovendo escludersi che sulle formalità della convocazione si riflettano, per proprietà transitiva, le eventuali irregolarità interne al distinto procedimento di deliberazione del consiglio di amministrazione.
(Fattispecie anteriore al d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6).
Riferimenti normativi: Cod. Civ. artt. 2366, 2377, 2379, 2388 e 2393.
Massime precedenti Vedi: n. 12012 del 1998, n. 11186 del 2001, n. 9364 del 2003.


II) Società – Di capitali – Società per azioni – Organi sociali – Assemblea dei soci – Deliberazioni – Invalide – Impugnazione – Legittimazione - Convocazione su delibera del consiglio di amministrazione - Mancata convocazione di un componente - Legittimazione del medesimo ad impugnare la deliberazione consiliare - Sussistenza - Legittimazione ad impugnare anche la successiva deliberazione assembleare - Esclusione - Fondamento.

Nell'ipotesi in cui la deliberazione consiliare di convocazione dell'assemblea di una società di capitali sia stata assunta all'esito di una riunione, alla quale un suo componente non sia stato convocato, il medesimo può impugnare la deliberazione consiliare per la mancata convocazione nei suoi confronti, ma, in mancanza di tale impugnazione, la deliberazione assunta dall'assemblea in seguito convocata non può essere impugnata dall'amministratore che deduca il vizio di convocazione, in quanto egli è privo di legittimazione attiva al riguardo, posto che il potere di impugnare le deliberazioni assembleari che non siano state prese in conformità della legge o dell'atto costitutivo, riconosciuto agli amministratori della società per azioni dall'art. 2377, secondo comma, cod. civ., spetta al consiglio di amministrazione e non agli amministratori individualmente considerati, salvo che il consigliere di amministrazione sia stato immediatamente leso in un suo diritto dalla deliberazione stessa.
(Fattispecie anteriore al d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6).
Riferimenti normativi: Cod. Civ. artt. 2377 e 2388.
Massime precedenti Conformi: n. 8992 del 2003.

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