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Categoria: NOTAIO

Tribunale di Vasto, sentenza 21 luglio 2021, n. 208.

PROFESSIONI LIBERALI - NOTARIATO - Colpa professionale - Contratto di mutuo fondiario - Esistenza di usi civici - Terreno - Relazione ventennale - Visure catastali - Obblighi.

Una volta accertato che ci si trovi di fronte a terreno sul quale insiste uso civico, compito del notaio appare quello di stabilire se il terreno sia di proprietà privata, oppure di proprietà pubblica. Evidentemente a tale fine giocherà un ruolo decisivo l’intestazione catastale del bene, perché i beni pubblici o sono di proprietà di una collettività rappresentata dal Comune, o da una frazione, oppure appartengono a un’associazione agraria e pertanto l’intestazione catastale appare indicativa. Trattandosi di bene di proprietà privata, il notaio potrà sempre stipulare atti concernenti detto bene.

Il notaio non è in grado di verificare altro tenuto conto che qualsiasi terreno potrebbe essere qualificato come terreno pubblico e come tale gravato da uso civico nonostante al momento non vi siano riscontri di alcun genere nei registri e documenti sopra indicati. E allora in quest’ottica il notaio, stante la sua obiettiva impossibilità di adempiere pienamente al suo ufficio a causa dell’incertezza delle risultanze dei registri Amministrativi, si trova nella condizione di dover svolgere una prestazione che sicuramente implica la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà che fanno degradare la sua responsabilità solo per il caso di dolo o colpa grave (art. 2236 c.c.).

In definitiva non esistono archivi in grado di offrire una prova assoluta (a parte le sentenze dei Commissari) dell’esistenza di usi civici. Nessuna certificazione sostitutiva appare idonea a rispondere al problema considerato, per la caratteristica essenziale dell’uso civico a essere refrattario a estinzione per non uso e di poter essere identificato soltanto a seguito di pronuncia giurisdizionale del Commissario.

Deve ancora osservarsi, per quello che interessa, che il notaio convenuto ha esattamente dimostrato di aver adempiuto agli adempimenti richiesti (relazione ventennale, visure catastali, accertamento del titolo di provenienza) e che nessuno di questi documenti acquisiti lasciava intendere l’esistenza degli usi civici.


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